BIM vs CAD
Nei precedenti tre articoli a tema BIM (che trovate qui) ho provato a gettare le fondamenta su cui erigere una sempre più complessa e minuziosa analisi dello stesso. Nell’ultimo articolo di questa prima trilogia, ci eravamo lasciati con due quesiti: che vantaggi ho ad avere l’alias virtuale del mio cespite immobile? Quali sono i benefici economico/pratici di modellare, ad esempio, oggetti muro anziché oggetti parallelepipedo (che per me sono muro)?
Senza giraci troppo intorno: I benefici ci sono e sono enormi! Ma dove li vediamo? Partiamo da un esempio pratico: ci consentono di fare un “Clash Detection” efficiente.
Per chi non lo sapesse, la Clash Detection (in italiano “rilevamento interferenze/scontri”), è un’operazione effettuata da software di model checking (ad es. Navisworks, Solibri, ecc.) attraverso cui si identificano eventuali collisioni indesiderate tra elementi; ad esempio si può dire al software di rilevare eventuali interferenze tra le tubazioni degli impianti e i pilastri sfuggite ai progettisti. Grazie a questa operazione si riesce ad anticipare la risoluzione di problemi che, altrimenti, si verificherebbero in cantiere (sede in cui ogni modifica è più difficoltosa ma soprattutto costosa). La clash detection, quindi, ha un potenziale incredibile per il mondo delle costruzioni.
Tuttavia, l’operazione di Clash Detection non sarebbe assolutamente fattibile se non esistesse un modello informativo BIM. Pensate alla relativa semplicità di un comando che dice al software di model checking di effettuare un controllo interferenza tra oggetti “tubi” e oggetti “pilastri” contenuti in un modello informativo; pensante invece all’esponenziale difficoltà di provar a impostare un controllo di interferenze in un CAD 3D classico in cui i tubi sono oggetti “cilindro” e i muri sono oggetti “parallelepipedo”, così come un’enormità di altri oggetti (pilastri circolari, arredi, ecc.). Per effettuare una clash mirata con un CAD 3D, sarebbe necessario imporre una quantità enorme di condizioni al contorno, atte a filtrare e discernere tutto il caos di oggetti uguali per il software. Pensate, ad esempio, al lavoro di filtraggio che va fatto per isolare i soli pilastri:
· Selezionare tutti i parallelepipedi che sono a sviluppo prevalentemente verticale e al contempo caratterizzati dall’essere sormontati da un altro parallelepipedo a sviluppo prevalentemente orizzontale (travi), a sua volta sormontato da un parallelepipedo a sviluppo prevalentemente piano (solaio)
· Scegliere il range dimensionale di selezione dei parallelepipedi (altrimenti potreste includere per errore le gambe di un tavolo anziché dei pilastri)
· Selezione il materiale ecc.
Si tratta di un’operazione dispendiosa e abbastanza folle, visto il numero di variabili da considerare. Per questo motivo non è conveniente realizzare clash con modelli CAD. La clash detection pertanto esiste, in quanto esiste il modello informativo.
Tuttavia, non dobbiamo commettere l’errore di pensare in maniera semplicistica che il modello informativo è un Modello 3D per fare le clash! Viceversa, il modello informativo è un modello composto da oggetti reali che mi permettono una serie di operazioni, prima non realizzabili, come ad esempio una clash detection.
Ed è proprio in quest’ultima affermazione che si coglie il motivo per il quale, nel primo articolo di questa serie (che trovate qui), affermavo che il BIM è un processo fondato sull’utilizzo dello strumento modello informativo, per sineddoche definibile come uno strumento e non come un metodo! Eventualmente, solo da un corretto utilizzo di questo nuovo strumento, può scaturire un nuovo metodo.
Quindi, perché è importante modellare oggetti muro anziché modellare oggetti parallelepipedo che per me sono muro? Perché il computer finalmente riesce a comprende il dizionario AEC e riesce ad aiutarci nella prassi edilizia.
In un processo basato sull’utilizzo di software CAD classico un architetto pensa un muro, disegna un parallelepipedo e l’ingegnere dell’altra parte legge muro, ma per la macchina quel parallelepipedo rimane un parallelepipedo.
Quando invece passo a un workflow BIM based la vera differenza, il vero disruptive è che non solo l’architetto è l’ingegnere comunicano tra loro con oggetti muro (senza doverlo interpretare), ma anche la macchina legge quell’oggetto come muro! La macchina è finalmente edotta del dialogo tra gli attori umani, il computer comprende quello che io sto facendo; con lo strumento modello informativo inserisco finalmente l’intelligenza artificiale nel processo edilizio, permettendomi di incrementare in maniera esponenziale la vasta gamma di operazioni effettuabili (clash detection, live update di costi e tempistiche, riduzione degli sprechi, asset management facilitato, ecc.) e di eliminare una serie di mansioni totalmente rese inutili dallo strumento tecnologico. Se si fa realmente BIM, la produttività e l’efficienza dell’intero sistema edilizio possono schizzare concretamente alle stelle!
Il CAD ha velocizzato il disegno, ma non aiuta a progettare. Il BIM simula ciò che noi faremo, comprende ciò che facciamo, ci dà nuovi strumenti di controllo, ergo ci aiuta progettare, controllare e realizzare un manufatto edilizio. Il BIM va a colmare il clamoroso ritardo che l’industria delle costruzioni paga nell’informatizzazione, rispetto alle altre industrie manifatturiere.
L’errore è utilizzare questa tecnologia come se fosse un CAD, l’errore è pensare che il BIM risolva i problemi dell’edilizia perché permette di fare un contratto dove si dice di essere amici.
Tuttavia, se è vero che le basi teoriche sono splendide, non è tutto oro quel che luccica, ma di questo ne parleremo nel prossimo articolo.